5 modi per conquistare il proprio target

5 modi per conquistare il proprio target

Come promesso, nonostante le ferie, oggi sono qui a parlarti di un argomento che potrebbe interessarti.

Premetto che sarò più breve di quanto non lo sia solitamente, sia perché in ferie il tempo è dimezzato (meritavo una vacanza 😀 ) e, soprattutto, perché non voglio rubare troppo tempo nemmeno a te, che sicuramente sarai al mare o in spiaggia in qualche posto tropicale, anche se spero ti godrai questa breve lettura 🙂

Dunque, iniziamo subito…

Abbiamo ripetuto più volte quanto sia importante il nostro target, cioè gli utenti/visitatori che danno un senso al nostro blog e alla nostra attività. Attraverso commenti, positivi o negativi che siano, opinioni, scambi di parole, collaborazioni ecc, si crea una sorta di community, di rapporti che vanno anche oltre il semplice contatto online.

Per i privati o PMI, Internet e i social network sono i mezzi più importanti per far accrescere la propria brand awareness e poter costruire una solida brand reputation, oltre ad arrivare all’obiettivo finale racchiuso nelle vendite, e quindi nel profitto.

A questo proposito vorrei elencare 5 modi per conquistare il proprio target, sfruttando i mezzi web e creando engagement fino a indurlo all’azione finale di un processo che lo porterà all’ipotetico acquisto.

 

1L’utente ha bisogno di conoscere. È curioso ed è sempre affamato. Segue vari brand, e uno dei principali motivi per cui lo fa è avere informazioni esclusive sui prodotti di una determinata azienda.

Ad esempio: durante la fase di lancio di un nuovo prodotto, spesso c’imbattiamo in diversi tipi di ADV che ne annunciano, attraverso teaser, l’imminente uscita sul mercato. In questi casi, gli utenti che seguono l’azienda si aspettano di accedere a informazioni aggiuntive che sono esclusive solo per coloro che sono “fan/follower”.

L’azienda (o chi vende prodotti/servizi) dev’essere “furba” a catturare l’attenzione del suo target, stuzzicandolo e facendogli vedere, attraverso immagini o alcune frasi specifiche, un’anticipazione riguardante ciò che di nuovo si andrà a vendere.

Così facendo, l’utente acquisirà fiducia nei confronti del brand, comincerà a parlarne e il processo di word of mouth avrà inizio.

Io personalmente credo che la potenza che può avere il passaparola generale creato dalle persone, in termini di awareness, nessun altro media può darlo.

Perché? Semplicemente perché le persone si fidano di chi conoscono. Quindi chi meglio del fratello, sorella, amico/a ecc può avere un’influenza nel determinare un potenziale acquisto?

 

2Un’altra importantissima operazione da svolgere è quella di servire l’utente. Un famosissimo innovatore della pubblicità, Howard Gossage, personalità geniale diceva:

“È un fatto assodato che nessuno legge la pubblicità. La gente legge ciò che le interessa. Qualche volta si tratta di un annuncio.”

Ciò per far capire quanto sia fondamentale mettere le proprie competenze al servizio degli altri, per aiutarli a risolvere problemi o dubbi. Il semplice fatto di trasmettere le proprie conoscenze e competenze agli utenti/visitatori/clienti è un indicatore di fiducia, nonché il primo passo da fare per fidelizzare il cliente.

Così facendo, soddisfando le esigenze e confermando le aspettative attese dal proprio target, si attirano più visitatori (sempre tramite il passaparola), i quali si trasformeranno in potenziali clienti.

Ricordare di mettere sempre gli interessi dei nostri utenti davanti a quelli propri.

 

3Come già detto in parte nel primo punto di questo post, è molto importante dare delle anticipazioni e creare engagement con l’utente, stuzzicandolo e fornendogli delle anteprime su nuovi prodotti.

La formula vincente è quella di “mostrare, ma non raccontare”. In questo caso è l’immagine la regina della scena, poiché il più delle volte un’immagine vale più di mille parole. 

Capita moltissime volte di imbatterci in aggiornamenti di stato su Facebook e Google Plus, piuttosto che tweet su Twitter, molto interessanti, ma che non riescono a stimolare la nostra attenzione a tal punto da far innescare la condivisione, e quindi si rivelano effimeri ai fini della diffusione.

Da appassionato di grafica (forse sarò di parte o forse no) posso affermare che la comunicazione visiva ben fatta e ben rappresentativa di ciò che vogliamo presentare è un riassunto che stimola maggiormente la diffusione del contenuto stesso.

Ovviamente il tempo per creare un’immagine d’impatto visivo è maggiore rispetto a un messaggio di testo, ma il lavoro sarà ripagato con maggiore probabilità se l’immagine risulterà ben fatta.

 

4Non dirmi che sono ripetitivo, ma è importante capire che il passaparola generato dalle persone è la miglior fonte pubblicitaria perché un feedback ricevuto da una persona che conosciamo vale 10.000 volte di più di uno spot pubblicitario da 100.000 euro!

Quante volte prima di effettuare un acquisto online, in un e-commerce poco conosciuto abbiamo chiesto consigli a persone di fiducia che già lo conoscevano? Oppure cercare informazioni e feedback anche da parte di utenti che hanno già utilizzato quel determinato servizio? 

Ciò è proprio l’esempio lampante di quanto la reputazione online sia costruita per la maggior parte da coloro che ne fanno da portavoce.

E quindi? La questione risiede nel riuscire a far fare buona pubblicità (della tua attività) alle persone; essere bravi a portare i propri utenti/visitatori a generare il passaparola positivo dei tuoi prodotti/servizi.

 

5Infine, è importante risultare originali. Essere i primi a fare qualcosa. Potrà sembrare banale e ripetitivo, ma inventarsi qualcosa di nuovo ed essere creativi rispetto agli altri e rispetto a “tutti” porterà i suoi bei frutti.

Creatività e originalità non vuol dire solo inventarsi qualcosa di sana pianta (che magari non esiste). Essere originali vuol dire anche inventare un nuovo utilizzo di qualcosa, un nuovo modo di fare qualcosa, cioè innovare.

 

In definitiva si può dire che per far conoscere la propria attività è essenziale “utilizzare” le persone come leva di marketing. “Utilizzare” ovviamente è brutto come termine, ma credo che tu ne abbia colto il giusto senso 😉

Saper “coccolarle”, ascoltarle e soddisfarne i bisogni latenti è il primo passo verso il successo.

Le altre chiavi per il successo risiedono nella buona gestione di un blog e di un logo aziendale, e non solo (ovviamente).

Ti lascio con alcuni casi di successo che hanno saputo fare del proprio brand una “potenza” in termini di awareness e d’incremento della popolarità dei fan/follower interessati.

Se ti va dai un’occhiata:

punto 3 casi italiani di personal branding: le potenzialità dei social network

punto 5 casi di successo di alcuni brand sui social network

Fonte elementi immagine in evidenza: Freepik.com